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Permaculture, teaching, PDC and active learning path

  • dreaminginwonderland
  • Aug 25, 2015
  • 4 min read

ciao a tutti riposto qui una discussione iniziata sulla mailing list a proposito di formazione in permacultura di cui avrei piacere sentire i pareri delle persone ringrazio chi ha già risposto in mailing list... il link che ha condiviso ortodicarta è molto esplicativo sulla discussione su cosa sia o non sia un PDC o quali siano i suoi contenuti. http://www.thesurvivalpodcast.com/what-exactly-is-a-pdc-course riporto l’attenzione su alcuni punti qui riassunti: • quali sono i contenuti sufficienti e necessari di un PDC e quali no • chi è autorizzato a tenere un corso di progettazione di permacultura. • utilità del percorso di apprendimento attivo della scuola di permacultura italiana. riporto= vi scrivo per avere un attimo di riflessione su un argomento su cui mi sono affacciato diverse volte...e su cui ho parecchi punti di domanda e qualche punto esclamativo. *Permacultura e condividere la Permacultura.* Da corsi, libri pergamene e stele di rosetta recanti i 3 capisaldi etici della permacultura rammento come le filastrocche “earth care, people care and fair share” Fair share....questa parte mi viene utile per argomentare quanto segue. Ogni persona segue un percorso di apprendimento nella vita. Così alcune persone, sempre di più fortunatamente, si interessano e si avvicinano per simpatia, per illuminazione divina, o perché non c?è alternativa, alla Permacultura. Ognuno trova la sua via.... non è stato ancora istituzionalizzato un catechismo che faccia imparare le parabole di Mollison, Holmgren?e compagnia bella. Ci sono dei passaggi molto comuni di formazione, quali i corsi di introduzione alla permacultura o i PDC (permaculture design course) corsi di 72 ore in cui le persone sono iniziate a una visione di quello che può essere una (fra tante) metodologia di progettazione Ahhhh dubbio amletico?.dopo un PDC con tutta l?energia che ne scaturisce?con tutti gli strumenti nel borsello per rivoluzionare il mondo?.che faccio??? Divento permacultore? Saro? un sognatore? saro? un anarchico bombardatore di seed ball in modo che si intasi di piante tutto il buco della tav? Ma la talpa?????.è un problema?.o un opportunità??????? Di sicuro l?esperienza viene sporcandosi le mani?e il modo migliore per avere esperienza è provare!!! Ci sono agricoltori,contadini, indios, persone connesse con madre terra che non sanno il significato della parola permacultura ma che dalle esperienze della propria vita, dalle esperienze tradizionali, personali, e del popolo o comunità di cui fanno parte potrebbero condividere la propria conoscenza con estrema valenza permaculturale. Quindi la domanda che mi sorge è.: Chi può insegnare permacultura? Chi puo’ tenere un PDC? Di seguito diverse correnti di pensiero che ho raccolto durante la mia esperienza: - Per Bill Mollison: se una persona è preparata su un argomento, e per passione approfondisce ulteriormente, allora questa persona avrà tutte le capacità di condividere il proprio sapere. (fair share) . Basta condividere il sapere che si reputa si possa condividere, pensando al bene delle persone, e della Terra. - Per l’accademia di permacultura italiana: per i 72 ore di solito è necessaria la presenza di un tutor diplomato e gli insegnanti dovrebbero essere diplomati, anche se sono possibili brevi slot tenuti da esperti e/o studenti in percorso attivo invitati dagli insegnanti stessi. - Per Lisa Mollison: ogni persona può insegnare se competente e non esistono accreditamenti, in quanto la permacultura nasce fra l?altro come alternativa all’istruzione istituzionale o dalla sua messa in discussione. Il giudice dell’effettiva capacità di un insegnante è sempre e comunque lo studente. Lo studente ha la capacità di capire se un insegnamento è stato appreso in modo adeguato o no. Lo studente applica a sua volta il principio etico di permacultura di take care people e fair share?..e se non apprezza un insegnante, condividerà l?opinione con altri studenti che non frequenteranno più i corsi tenuti da quel docente. Una piccola questione?. (fracking in atto) Chi è autorizzato a rilasciare il certificato che attesta la frequentazione con profitto.del PDC? L'insicurezza del riconoscimento dell?autocoscienza (Hegel) sfocia nella ricerca di certificazioni del proprio essere. Così l’uomo moderno si trova a dire: Ho bisogno di un documento che certifichi chi sono, perché altrimenti non sono. La certificazione del PDC oltre a essere un ennesimo pezzo di carta però permette di frequentare determinati corsi e di avviarsi al conseguimento del diploma ed effettivamente attesta che si ha avuto un infarinatura di un set di argomenti. Il PDC dovrebbe come minimo presentare tutti i contenuti del manuale di progettazione di permacultura (Bill mollison 600pag) e dovrebbe così permettere di poter affrontare una progettazione in qualsiasi condizione climatica. L’insegnamento del PDC dovrebbe a mio avviso, contenere i contenuti e puo’ integrare molto positivamente l’esperienza sul campo dei docenti. La visione, o idee personali del docente invece non possono modificare il contenuto del corso. Quindi...no hippy attitude, no religioni panteiste, no corso monotematiche, no passeggiate a piedi nudi nel bosco come asset che possa togliere spazio e tempo ad altri argomenti. Ma come imparare effettivamente a progettare e poi eventualmente a condividere questa conoscenza? Esperienza, passione e rete. Per il diploma presso l’accademia di permacultura italiana bisogna svolgere 10 progetti di qualsiasi tematica, con progettazione permaculturale seguiti da un tutor di progetto e un tutor di percorso nell?arco di 2 anni. Questo percorso lo devono fare tutti quelli che vogliono insegnare. Qual è il metodo migliore per avere dei buoni insegnanti senza avere una “struttura massonica” come le università, che detenga il sapere? Il diploma all’istituto o accademia non assicura la qualità della docenza che viene da chi si diploma. Non è condizione sufficiente. Pero’ di sicuro perseguire il percorso attivo di apprendimento al di là del discorso dell’insegnamento è un esperienza che puo’ avere solo risvolti positivi. Per chi sia già impegnato su alcuni progetti (10 per l’accademia) di permacultura l’iniziare il percorso di tutorato dell’accademia implica tutto un asset di attività che dovrebbero fare già parte dello svolgimento dei progetti in sè. Il lavorare pero’ svolgendo un percorso stimola a focalizzare l’attenzione sul metodo sistematico, sulla documentazione, sul report real time di tutte quelle considerazioni che sono input fondamentale di progettazione e fanno parte del processo decisionale che porta poi alla determinazione di azioni. Poche ma buone..s spera. Per una corretta progettazione anche da manuale di permacultura, o da metodi di ingegneria di sistemi è indicato seguire un processo, e metodo sistematico per giungere alla formalizzazione di una possibile proposta di configurazione che soddisfi i requisiti iniziali. Essere seguiti in questo lavoro, da chi ha esperienza e da chi è presente nel contesto in cui uno opera è necessario. Vuol dire saper sfruttare una delle funzioni di questo elemento del contesto. Per ora è tutto... Spero di non aver annoiato e aver stimolato possibili considerazioni... Paolo


 
 
 

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