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Topos

  • dreaminginwonderland
  • May 1, 2013
  • 2 min read

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Una realtà spontanea di coabitazione decennale si è radicata nel cuore di Torino in via Ceva 47.

11 abitazioni per 20 abitanti costituiscono quotidianamente una comunità poliedrica che condivide capacità, esperienze, pratiche sostenibili, tempo, sogni e spazi.

Un orto giardino offre un punto d’incontro sinergico tra le persone, una sala prove e un laboratorio creativo di restyling permette una condivisione dei saperi e delle capacità sul modello della banca del tempo.

Le persone condividono, imparano e costruiscono insieme, si scambiano idee e buone pratiche.

Gli oggetti e materiali dismessi dal quartiere riprendono vita trasformandosi in abbigliamento, accessori, contenitori e arredo, così come gli stessi scarti delle singole abitazioni ritornano in un ri-ciclo interno alla comunità finchè non trovano più alcun utilizzo. Gli scarti organici alimentano il compost comune che viene utilizzato per rigenerare il terriccio necessario per l’orto comune, la raccolta degli oli usati riduce l’inquinamenteo e permette la creazione dei saponi, i copertoni di biciclette servono per la realizzazione di accessori, le bottiglie di vetro sono trasformate in bicchieri, gli armadi vengono trasformati ad esigenza con la lavorazione del legno.

Questi spazi e persone hanno inoltre dato luogo a laboratori e incontri in collaborazione con associazioni locali e non quali Ingegneria Senza Frontiere, ECOntACT, Strazza e Cuci e Cittàttiva di Ravenna relativamente a energie rinnovabili e metodi di riutilizzo materiali di scarto, portando così la propria impronta di sensibilizzazione alla sostenibilità al di fuori delle proprie mura.

Periodicamente il gruppo d’acquisto “via Ceva 47” ordina prodotti biologici favorendo l’economia a km zero, li prepara e conserva comunitariamente. Le azioni comuni permettono di valorizzare il tempo, le esperienze, i beni e servizi dei singoli e così di ammortizzare le spese associate. La discussione critica dello stile di vita, dei consumi in generale, così come quelli energetici ed alimentari porta a delle conseguenze sulla vita quotidiana quali la partecipazione comunitaria a lotte per la salvaguardia dell’ambiente, la riduzione degli sprechi, una rivalutazione e autorganizzazione dei consumi, dei trasporti e dei servizi. Questo nasce anche come risposta alla progressiva privatizzazione dei servizi, come per esempio gli asili.

La nostra è una condivisione libertaria autorganizzata non strutturata senza obblighi o doveri ma basata sul rispetto reciproco. Con un pizzico di ironia, l’originalità risiede nel senso comune.

Il punto di forza è la flessibilità con cui questa realtà si adatta alle esigenze dei singoli sfruttandone le potenzialità ma mai pretendendole.

La vita insieme offre un continuo confronto, permettendo una comunicazione efficace che è alla base di una gestione che risponda alle particolarità singole, e che rende peraltro inutili le riunioni di condominio.

 
 
 

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